di Livio Cerneca
Anche se non siete nati tra il 1946 e il 1964, o poco prima e poco dopo, “Boomers” vi piacerà lo stesso. Forse non riuscirete immediatamente a cogliere e apprezzare citazioni, musiche, slogan, ma lo spettacolo di Marco Paolini vi porterà nello spazio storico abitato dalla generazione responsabile di non aver saputo proteggere i diritti e le conquiste sociali pagate a caro prezzo da quella precedente.
Il testo che Paolini interpreta col gioioso supporto di tre musicisti e la cantautrice Patrizia Laquidara è stroboscopico, una composizione di immagini e suoni che descrivono l’epoca dello sbarco sulla luna, del Vietnam, di Raffaella Carrà e della contestazione giovanile.
E proprio a proposito di contestazione, una differenza che viene più volte sottolineata è che la generazione boomer contestava i genitori, le generazioni successive tendono invece a ignorarli.
Inutile esprimere giudizi su quale atteggiamento sia più opportuno, efficace, vantaggioso. Magari lo capiremo in prospettiva, fra qualche anno. Non è prudente prevedere il futuro, soprattutto noi boomer che non avevamo neanche preso in considerazione che le cose potessero peggiorare così tanto.
Non sono certamente boomer i giovani musicisti Luca Chiari, Stefano Dallaporta e Lorenzo Manfredini, e non lo è per poco Patrizia Laquidara, cantautrice siciliana che gioca con l’autotune per creare inaspettati e spiritosi effetti vocali.
E noi invece, che ascoltando la progressione armonica del “Tutto cangia, il ciel s’abbella” tratto dal Guglielmo Tell di Rossini la associamo immediatamente alla sigla d’inizio delle trasmissioni Rai in bianco e nero, e troviamo oscure assonanze con l’attualità quando sentiamo i versi e il riff di apertura di “Luglio, Agosto, Settembre (nero)” degli Area, possiamo decodificare più rapidamente il flusso di memorie impressioniste che Marco Paolini ci offre in questo spettacolo pieno di musica bella e ben eseguita.
Tanti i riferimenti a brani celebri e ormai entrati nell’immaginario, ma anche pezzi originali composti da Alfonso Santimone e dalla stessa Patrizia Laquidara. Lo strato musicale dello show è tutt’altro che secondario.
Il basso, la chitarra, il trombone, le percussioni, le voci, musica viva che non ha la mera funzione di riempire interstizi e pause, ma dialoga con le parole di una storia piena di storie che ci coinvolge in un gioco di realtà virtuale dove, a un certo punto e senza neanche accorgercene, ci ritroviamo a cantare tutti insieme.
“Boomers” è in programma al Politeama Rossetti fino al 26 novembre.