di Alessia Cappellini
Vivo nella costante del tuo abbraccio e parlo all’eco della vita usata che ti risuona nelle stanze vuote e nella camicia stesa ad asciugare al sole e nella penna senza tappo e la tazzina ancora piena a mezzo Dormi: il cielo deserto di sensi e nessi causa-effetto. Tu vivevi la tua vita usata: ti ha cancellato il mondo. Io rimango qui a guardare alla finestra il mondo che si slava e la tua faccia bella che si slava nella mia testa. E mi affanno a cercare le tue mani che lacerano il cielo tese nella costante del tuo abbraccio.