di David Watkins
(illustrazione di Luca Cingolani)
Ma i miei giorni più felici saranno stati i giorni dopo. Postumi. Le ore mai vissute, le sole che mi riguardino davvero. Non la festa, non il suo presente, bello brutto che sia, ma la sua differita, il suo riverberarsi, un po’ più in là. Nessuna ginnastica sarà tanto necessaria alla mia salute quanto questa. Preso congedo dall’entusiasmo dello strano figuro che ero ieri, non sono ancora scivolato nell’andatura frenetica del ceffo laborioso che sarò domani. Quei due, l’entusiasta e il laborioso, ora non hanno più coraggio di prendere parola. Se ne stanno lì, in corridoio, guardandosi di sbieco, a testa china, in una lontananza che li rende così simili, così speculari, così vicini, indecisi su chi debba passare. Postumi. Quando io non sono che questo corridoio. Se la parola pace nasconde un senso, è qui.