di Francesca Macor
È un libro impegnativo Eredità di Vigdis Hjort, Fazi Editore. Un lento processo di distaccamento e de-mitizzazione del legame di sangue, che avviene con un progressivo scavare nei sentimenti, nei ricordi e nei traumi della protagonista; fino ad arrivare al punto centrale della questione, che rimane non detto ma che si fa sempre più chiaramente visibile nel corso del romanzo, fino alla fine.
Le violenze familiari sono le più diffuse e subdole. Radicate nella cultura patriarcale si insinuano, e vengono considerate normali, per l’incapacità di reagirvi e per il silenzio-assenso di chi le osserva accadere. Spesso infatti è proprio la mancata reazione (e a volte addirittura l’ostilità) degli altri familiari ad aggravare e legittimare l’orrore delle violenze subite.
Di questo parla il romanzo: di elefanti nella stanza, che diventano talmente grandi da non lasciare più spazio per nient’altro; di come consumino i rapporti, anche con coloro che all’apparenza non c’entrano nulla (e che pure col loro silenzio, implicitamente, hanno già deciso da che parte stare); di come, alla fine, le uniche strade da seguire per liberarsene siano la denuncia, il taglio netto e la presa di coscienza che – purtroppo – non se ne andranno mai del tutto.