di Livio Cerneca
Alla fine dello spettacolo, nel foyer affollato di spettatori che defluiscono in direzione delle uscite, verso la scalinata del Politeama Rossetti, tra tutti i commenti calorosi, poche altre voci non trattengono impressioni di delusione o noia. Una donna dice all’uomo che è con lei che “Bisio sembrava giù di tono, era poco convincente”; un’altra, rivolgendosi all’amica, sostiene che il testo di Michele Serra affronta sempre le solite tematiche, e sempre nel solito modo.
Sono osservazioni interessanti da cui partire per parlare del debutto a Trieste di Father And Son, un monologo tratto da due libri di Serra, Breviario Comico e Gli Sdraiati. Si tratta di opere che risalgono rispettivamente al 2008 e al 2013. Niente di strano, dunque, che, a causa dei supersonici cambiamenti che avvengono nella società e nelle relazioni umane, qualche passaggio possa sembrare un po’ superato. D’altra parte, è una sensazione che può disturbare chi decida di soffermarsi ai soli riferimenti alla tecnologia, alla modernità e all’attualità che attraversano le riflessioni che Claudio Bisio propone con la regia di Giorgio Gallione, e alle quali fanno da contrappunto le musiche di Paolo Silvestri eseguite dalla violinista Laura Masotto e dal chitarrista Marco Bianchi. E sicuramente Father And Son scontenta la spettatrice o lo spettatore che si limitano a concentrarsi esclusivamente sulla rappresentazione di un conflitto generazionale, evocato nel titolo chissà perché in lingua inglese.
L’insistenza di un padre per cercare di riuscire a farsi seguire da suo figlio adolescente in un’escursione per raggiungere la cima di una collina, il Colle della Nasca, è infatti solo il pretesto che si utilizza per parlare della vita, della giovinezza, del consumismo, della vecchiaia e delle cose che sono in perenne mutamento. Chiaro che se qui qualcuno si aspetta di trovare il Bisio televisivo di Zelig, il disappunto è garantito. Ma è un’ingenuità commessa da pochi spettatori, in realtà. Claudio Bisio nasce infatti proprio col teatro e, anche nel corso della carriera televisiva e cinematografica che lo ha reso popolare, non ha mai smesso di calcare i palcoscenici.
In Father And Son, che ha debuttato a Genova il 12 gennaio 2015, c’è una scenografia blu elettrico con fondali laterali muniti di ingressi e uscite incorniciati di bianco, senza porte, e sul palco alcune sedie e tavoli che l’attore usa per movimentare la scena, accompagnando l’alternarsi dei registri recitativi alle altezze che raggiunge fisicamente prima salendo su un tavolo, poi ridiscendendo sulle assi del palcoscenico, e di nuovo montando in piedi su una sedia o sedendocisi. I due musicisti vagano da un palchetto situato proprio sul fondo della scena ad altre posizioni più prossime all’attore, si spingono fino al proscenio e hanno l’aria di divertirsi da matti. Bene in evidenza, un grosso baule sul quale sono posati dei sassi rappresenta allegoricamente il tanto agognato Colle della Nasca.
Tra i segmenti memorabili, la visita dello sperduto genitore cinquantenne nel negozio di felpe di tendenza; l’arrivo dell’amica del figlio, ragazzetta incapace di guardare negli occhi il suo interlocutore e in grado di esprimersi solo a grugniti e monosillabi; l’attesa del proprio turno nell’ora di ricevimento dell’insegnante, in cui le madri che lo seguono e lo precedono gli fanno comprendere che un adolescente, in certi casi, ha ottime ragioni per non riuscire a concentrarsi.
Il ritmo dello spettacolo è quasi sempre costante, si ride di gusto senza sghignazzare, il gioco funziona, il pubblico è contento, ognuno riconosce qualche aspetto della propria vita e si sente divertito e sollevato: in fondo, abbiamo tutti, genitori e figli, più cose in comune di quante crediamo. Solo verso la fine si rallenta un po’, attenuando il tono, scendendo in lievi virate introspettive proprio quando invece si riesce finalmente a raggiungere la cima del colle. E il ciclo della vita ricomincia.
Father And Son a Trieste va in scena al Politeama Rossetti dal 6 al 9 gennaio alle 20.30, e il 10 gennaio con uno spettacolo pomeridiano alle 16.00.