di Davide Belgradi
Ciò che si vuole fare con “Giro di vi(s)te” non è, semplicemente, riunire una serie di articoli e di scritti – di qualunque natura – legati al tema dello sguardo. Ciò che si vuole fare è creare un vero e proprio universo narrativo complesso, rizomatico (e dunque non esclusivamente lineare e cronologico) che favorisca l’intrecciarsi di diverse narrazioni. Questo universo narrativo parte da una spina dorsale specifica, e cioè uno studio sul voyeurismo, ma non è – né vuole essere – relegato soltanto al tema dello sguardo voyeuristico. La proposta è quella di creare una costellazione di contributi di qualunque natura (saggistica, finzionale, poetica, mista, ecc.); contributi che rispettino soltanto due regole:
- Tutti devono avere al loro centro il tema dello sguardo, come nucleo rivelatore di altre tensioni (potere, desiderio, violenza, persistenza, ecc.);
- Tutti devono riallacciarsi ad almeno uno degli interventi precedenti, quando per ampliare e quando per smentire, o perché no: anche per appropriarsi di un personaggio che è nato in una pagina e la cui vita viene osservata anche al di fuori di quella specifica pagina, e per opera di un altro autore o di un’altra autrice.
L’io narrante di una storia potrà dunque essere a sua volta spiato da qualche altro osservatore, o magari una situazione narrata e definita in un racconto potrà essere rovesciata da una storia successiva, che ne ribalta la prospettiva.
“Giro di vi(s)te” si propone come una rubrica che uscirà a cadenza più o meno mensile. Se il leggere una storia (una riflessione, una provocazione) vi dovesse far nascere il desiderio di scriverne un’altra, saremo felici di farvi entrare all’interno di questo piccolo universo narrativo. Ogni proposta verrà valutata dalla redazione.