di Livio Cerneca
La Pazza Della Porta Accanto è l’urlo disperato di una donna diversa, ma tutte le donne hanno sentito, una volta o l’altra nelle loro vite, l’eco di quel grido. È stato però un uomo, Claudio Fava, giornalista e scrittore, presente tra il pubblico la sera della prima, a seguire a ritroso le tracce di quello stupefatto dolore, componendo un testo dinamico e inevitabilmente lirico in cui si raccontano gli anni di internamento in manicomio della poetessa Alda Merini.
La regia di Alessandro Gassmann si attiene al ritmo pulsante del copione, utilizzando scenografie mobili in uno spazio scenico che cambia continuamente grazie a rotazioni, avanzamenti, spostamenti laterali e obliqui di blocchi modulari che riproducono con realismo muri, sbarre, celle, ambulatori, camerate. Lo schermo trasparente sul proscenio, adoperato con misura e gusto, è un’estensione infinita del palcoscenico: diventa cielo di luna piena, ectoplasma della follia, gigantografia di amori prigionieri.
Nei panni di una giovane Alda Merini c’è Anna Foglietta, nota al pubblico televisivo soprattutto per le serie Distretto di Polizia e La Squadra. L’attrice interpreta la poetessa dei Navigli con sincerità, l’immedesimazione è totale, la sofferenza autentica.
Quando, alla fine dello spettacolo, la compagnia saluterà il pubblico mentre una vecchia canzone dei Cure, Close To Me, suonerà a tutto volume, si vedrà chiaramente come ciascun interprete sia fisicamente provato per essere, per un’ora e mezza filata, vissuto nel corpo di un recluso dell’istituto, sia come paziente sia come medico o infermiera. Anche solo fingere di avere le convulsioni, di sottoporsi a trattamenti “terapeutici” devastanti, di reiterare ossessivamente gesti compulsivi, nonché di impartire ordini insensati, finisce per disintegrare anche le persone più equilibrate, ammesso che gli attori in genere possano riconoscersi in una tale surreale categoria.
Proprio per questo motivo, La Pazza Della Porta Accanto può essere considerato, in questo allestimento curato dal Teatro Stabile di Catania e dal Teatro Stabile dell’Umbria, anche – non solo! – un compendio di tecnica teatrale di alto livello.
Oltre alla protagonista, popolano la scena Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, uno stupefacente Liborio Natali nei panni di Pierre, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino e Gaia Lo Vecchio. Potrebbe essere interessante incontrare questi artisti domenica 31 gennaio alle 11:30 all’Antico Caffè San Marco, dove si ritroveranno per discutere del loro lavoro insieme al pubblico e agli appassionati di teatro, poesia e cinema.
Come ogni espressione artistica che valga la pena di godersi, la rappresentazione di questo testo commovente, emozionante e forte non fornisce risposte e spiegazioni, ma pone domande difficili:
non avesse trovato in quel manicomio un medico in grado di valutare e apprezzare le sue poesie, Alda Merini avrebbe continuato a scrivere, cantando versi che l’avrebbero portata ad un passo dal Nobel?
In un futuro prossimo, saremo di nuovo atterriti nell’apprendere che le pratiche mediche e psichiatriche a base di psicofarmaci che oggi vengono normalmente impiegate e che consideriamo all’avanguardia, sono anch’esse, come in passato sono state l’elettroshock, il coma insulinico, la costrizione e l’isolamento, in realtà forme di tortura nei confronti di persone certamente diverse, di sicuro sofferenti, ma soprattutto straordinariamente sensibili, creative e rivoluzionarie?
Se quando ci innamoriamo diventiamo tutti pazzi, allora i pazzi sono solo individui perennemente innamorati?
La Pazza Della Porta Accanto è in scena al Politeama Rossetti giovedì 28, venerdì 29, sabato 30 gennaio, sempre alle 20:30, e domenica 31 gennaio alle 16:00.