“Le figure per dirlo”. Paola Pallotino e la storia (dimenticata) delle illustratrici italiane

di Francesca Macor

“Come altre storie, anche quella dell’illustrazione femminile è la storia di una cancellazione.”

Le figure per dirlo, storia delle illustratrici italiane, di Paola Pallottino per Treccani Libri, è un volume importantissimo e senza precedenti; ricolloca al posto che spetta loro, nella storia dell’illustrazione, artiste che hanno contribuito inequivocabilmente all’illustrazione e al fumetto in Italia, alcune che sarebbero andate perdute a causa della mancanza di bibliografia.

Dopo aver dedicato un libro alla storia dell’illustrazione italiana (il primo nel 1988 per Zanichelli, ripubblicato e aggiornato nel 2010 per Usher, più di una ventina di libri sull’argomento e ovviamente la professione di una vita), l’autrice la ripercorre in questo caso ponendo i riflettori sulle donne che ne hanno fatto parte e che l’hanno direttamente influenzata: dal Medioevo, in cui la quasi nulla libertà espressiva consentita si concentrava nel ricamo e nella tessitura e nelle miniature e calligrafie per le ecclesiastiche, ai giorni nostri, in cui il numero delle illustratrici italiane è cresciuto e riconosciuto non solo qui, ma anche all’estero. Passando per produzioni editoriali, riviste, giornali e manifesti, elenca tutti i nomi di cui si sia trovata traccia, abbinandoli a bibliografie ed immagini.

Pone l’attenzione su come, fino agli anni Sessanta, ci sia stato poco o anche nessun riconoscimento per le artiste, i cui nomi figurano solitari in mezzo a liste maschili o settorializzati nell’illustrazione per l’infanzia e nelle riviste femminili, che hanno difatti lo stesso ruolo educativo e di orientamento consumistico della letteratura giovanile nel formare le donne ai loro ruoli tradizionali, producendo ciò non di meno esemplari grafici di notevole valore.

Nonostante il crescente numero ed il riconoscimento alle artiste italiane, continuano ad esistere discriminazioni, differenza di salario, abusi e molestie nel campo dell’illustrazione e del fumetto, come in tutti gli altri. Ad occuparsene è il collettivo Moleste, il cui manifesto declama chiaramente che le donne devono essere trattate come professioniste sul luogo di lavoro e/o di studio e condanna tutti i comportamenti che si differenziano da questo.
Perché finché vedremo “le nuove e fresche realtà dell’illustrazione che rappresentano i più talentuosi illustratori italiani” essere composte quasi unicamente da uomini, significa che abbiamo ancora diversi problemi.

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