di Livio Cerneca
Chi ha già, per curiosità o per motivi professionali, approfondito e studiato la tormentata personalità di Elisabeth imperatrice d’Austria, non riceverà particolari rivelazioni dallo spettacolo in programma alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste dal 25 al 30 marzo 2025 e sobriamente intitolato “Sissi l’imperatrice”. Chi invece non era mai andato oltre ai film con Romy Schneider potrebbe restare folgorato da questo testo scritto e diretto da Roberto Cavosi. Nessuno, qui a Trieste, potrà guardare con gli stessi occhi la statua di Sissi in piazza Libertà, o il suo ritratto nel castello di Miramar, dopo aver assistito all’interpretazione di Federica Luna Vincenti nelle attillate vesti della protagonista.
“Sissi l’imperatrice” è una delle più convincenti e potenti rappresentazioni di un personaggio storico che mantiene ancora oggi il carisma da rockstar che possedeva quando era in vita. Ed è proprio così, oscura, spigolosa e tagliente, che appare Elisabeth quando si apre il sipario e le sue cameriere – interpretate dalle splendide Claudia A. Marsicano e Miana Merisi – si prodigano nella manicure delle regali unghie e nella pettinatura della parrucca imperiale.
Inevitabile la deferenza delle servitrici nei confronti dell’imperatrice; eppure queste tre donne si sostengono a vicenda, si confidano, si rispettano. E poi, un’altra donna viene convocata da Sissi. Ormai congelato ogni desiderio erotico verso il coniuge, l’imperatore Franz Joseph, Elisabeth propone alla bella attrice di diventare l’amante di suo marito. Nei panni di Katharina Schratt, ecco Ira Nohemi Fronten, timida eppure ironica, incredula e possibilista.
Forse è eccessivo definire Sissi un’imperatrice antimperialista. Ma dalle poesie che scriveva, e che sono state rese pubbliche per sua espressa volontà solo sessant’anni dopo la sua morte, lo spirito critico e il forte senso di giustizia filtrano senza eufemismi. È anche basandosi sui versi ritrovati di Sissi che l’autore è riuscito a comporre un ritratto così verosimile e struggente.
Cara anima del futuro!
Ti affido questi scritti. Il grande maestro che li ha ispirati mi ha suggerito anche cosa farne: potranno essere pubblicati solo quando saranno trascorsi sessant’anni a partire dal 1890 ed i proventi dovranno essere impiegati per aiutare i perseguitati politici e i loro familiari bisognosi.
Anche fra sessant’anni, la felicità e la pace ovvero la libertà continueranno infatti a non essere di casa su questo nostro piccolo pianeta così come non lo sono state ai miei tempi. Forse lo saranno un giorno in un mondo diverso. Oggi non sono in grado di dirlo, forse però quando leggerai queste righe…
Questa donna non doveva essere semplicemente la ribelle scapigliata e viziata che ci hanno tramandato le iconografie imperiali. Nelle sue parole si trova un pensiero consapevole, una capacità di sentirsi vicina persino a chi non è ancora nato.
Milutin Dapčević interpreta il povero dottore che nell’epilogo entra in scena per assistere l’imperatrice negli ultimi momenti di vita dopo che è stata pugnalata dall’anarchico italiano Luigi Lucheni, e lo fa con trasporto e disperazione. In questo spettacolo, le lacrime, sia al di qua che al di là della quarta parete, sono autentiche.
Se conoscete già tutta la storia, la gusterete come se la sentiste per la prima volta, perché l’emozione che riesce a far vibrare è splendidamente insolita. Se ne avete solo una vaga idea, diventerà più chiara.
*“Sissi l’imperatrice” è in programma nella Sala Bartoli del Politeama Rossetti dal 25 al 30 marzo 2025