letteratura
Approfondimenti
Petrarca e la spiritualità
di Marta Vannicola
e se non fosse l'amore dei miei,io vorrei esser nato in qualsiasi altro tempo da questo infuori;ond’è che adoperandomi a dimenticare i viventi,a nulla più intesi che...
Articoli
La “libertà” di Roberto Saviano
di Primož Sturman
“Il suo assegno deve firmarlo l’amministratore contabile e oggi non c’è, torni un'altra volta.”“Non potreste farmi un bonifico?”“L'ultima volta aveva detto di preferire gli assegni. Torni quando...
Articoli
Essere un uomo, essere una donna: la ricetta di Philip Roth per la vita adulta
Di Francesca Plesnizer
«Accorrevo subito quando la mia padrona Maureen chiamava. Se è così, oh ditemi come posso smettere! Come faccio a diventare ciò che, in letteratura, si definisce un...
Recensioni
L’eterno pellegrinaggio di Sándor Márai
di Francesco Bercic
A distanza di settant'anni, Le braci (Adelphi, 2000) e la vita del loro autore rimangono vie contigue verso quella che, sempre più, sembra essere una pace impossibile.
Chissà...
Il mercato coperto della carne, i cavalli e il panetto di burro.
Di Francesca Plesnizer
Sono arrivata in città da pochi minuti e lo sto aspettando. Una fame mi si muove dentro: tutto è così grande che si smarrisce nei miei occhi, non c'è il tempo di catturare quest'anima di cemento. Non riesco a credere di essere qui, di esserci per davvero,...
Esperire la cattedrale: tra Carver e Notre-Dame
di Francesca Plesnizer
Nel racconto “Cattedrale” di Raymond Carver (che dà il titolo a quella che è, forse, la sua raccolta più conosciuta), un cieco va a far visita a una vecchia amica e a suo marito. Quest'ultimo è in ansia perché non sa come interagire con un non vedente....
Come vento tra i pini
di Silvia Maffetti
“Kiyo” significa limpido, come un corso d’acqua che scorre cristallino senza trascinare con sé detriti e scorie lungo la via, incurante delle asperità, rimanendo puro nel tempo e nello spazio. Così suo padre, il Maestro, era solito spiegargli la scelta del nome che gli era stato...
Terza Pagina #17. Difendersi e respirare.
di Francesca Plesnizer
Difesa
Posso toccare le sue guance, il naso,
sentire le labbra sotto i polpastrelli
e i baffi e la barba e il sorriso
e la riluttanza del sonno che sfuma.
L'impalpabile si fa corpo sotto
le mie mani.
Tocco, ma per davvero?
Saggiando con le dita mi graffio,
mi brucio i polpastrelli
di foga e di rammarico
perché non...
La necessità di una prospettiva orizzontale. Intervista a Giulia Caminito
a cura di Davide Pittioni
La grande A è stato uno dei romanzi presentati nel corso della prima edizione del Festival Letteraria. “Una storia umana – avevamo scritto nella recensione che motivava la scelta – di due generazioni di donne, madre e figlia, in cui l'Africa figura come il principale...
Terza Pagina #13. Storie di Svevo
di Arturo Bandini
Il dolore dei ricchi (e delle piante)
Ricordo quando scendevo le scale, in un braccio la bambina e nell'altra il passeggino. Sabrina mi guardava giuliva, dall'alto dei suoi nove mesi di vita. Era già bella, come tutto ciò che non ha senso, né reale motivo di esistere. Con...
Un movimento di meno
di Piero Rosso
Nell’accezione comune, “eredità” rappresenta il trasferimento di patrimoni, memorie storiche, dati virtuali, etica e moralità a un beneficiario. In un primo momento, l’idea di ricevere appare vantaggiosa; presto ci si accorge che essa non è un atto di libertà.
In questa trasmissione si crea un rapporto di debito...
I dettagli “inutili” di Alberto Fragomeni
di Silva Bon
ne prendo una per non
sentirmi dio.
e un’altra per non sentirmi
una merda.
e un’altra ancora
per non aver paura di sentirmi una merda.
o forse per non aver paura
di sentirmi dio.
non lo so, non l’ho ancora capito...
(A. Fragomeni, Dettagli inutili, in "Collana 180", Alfabeta Verlag Editore, 2016)
Per me è impossibile leggere...
L’identità è una questione linguistica: “L’analfabeta” di Agota Kristof
di Ilaria Moretti
È morta nel 2011 a Neuchâtel, sua città d’adozione. Aveva settantacinque anni e da tempo non scriveva più. A guardare a passo di gambero l’opera di Agota Kristof, scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, il tutto suona quasi come una premonizione. In un’intervista del 2005 a Stefania Vitulli aveva...
La scrittura come ricordo
di Ilaria Moretti
Scrivere di una mancanza. Guardarsi indietro e precipitare in un pozzo nero. L’esistenza è attraversata da buche, punti morti. Nel gergo poetico sono gli “oublis”: atti del dimenticare. C’era un vuoto nella prosa di Annie Ernaux, normanna, classe 1940, insegnante di letteratura, scrittrice dal 1974. Da anni,...
Appunti su Pavese, la poesia, il mito
di Giuseppe Nava
1. Lavorare stanca, unica raccolta poetica pubblicata in vita da Cesare Pavese, esce nel 1936. A quel tempo lo scrittore piemontese non ha ancora delineato quella “poetica del mito” che teorizzerà negli scritti del 1943-44, sotto l’influsso di studi di etnologia, e che metterà in pratica in...
Una solitudine rumorosa e affollata
di Lilli Goriup
"Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena...